Berlino sotto pressione: il lancio di pietre dopo la grande manifestazione per Gaza provoca eccitazione!
Il 22 giugno 2025 si è svolta a Berlino una marcia di protesta per la Palestina, alla quale hanno partecipato più di 12.000 persone.

Berlino sotto pressione: il lancio di pietre dopo la grande manifestazione per Gaza provoca eccitazione!
Il 22 giugno 2025, Berlino si trasformerà in un vivace centro per la solidarietà palestinese. Oltre 12.000 persone partecipano alla marcia di protesta sotto il motto “United4Gaza”, che inizia in Piazza della Repubblica vicino al Palazzo del Reichstag e si dirige verso Potsdamer Platz. Secondo n-tv, gli organizzatori chiedono la fine immediata del sostegno tedesco al governo israeliano, maggiori aiuti umanitari per la Striscia di Gaza e la depenalizzazione delle voci e dei simboli palestinesi.
La protesta crea un clima determinato, che però in serata prende una piega scomoda. Mentre alcuni partecipanti si rilassano nell'area all'aperto di uno snack bar a Kreuzberg, vivono un incidente scioccante. All'improvviso quattro donne vengono gettate da un edificio con una pietra del selciato e una salvietta bagnata. Fortunatamente, sono stati mancati di poco e sono rimasti illesi, come ha affermato la polizia nella sua dichiarazione. Tagesspiegel riferisce che l'agenzia di sicurezza statale sta ora indagando sul tentato attacco, sebbene l'identità del sospetto autore sia ancora sconosciuta.
Tensioni politiche e cultura della protesta
L’incidente è allarmante e solleva domande: quale impatto hanno le tensioni sociali sulla cultura della protesta? Negli ultimi anni in Germania si è discusso spesso delle restrizioni alla libertà di espressione e di riunione, soprattutto nel contesto delle voci di solidarietà con la Palestina. Amnesty International mette in guardia da un panorama discorsivo sempre più ristretto e chiede che le voci critiche siano trattate con rispetto, soprattutto nelle università.
È chiaro che il discorso pubblico sulla politica tedesca e israeliana è altamente polarizzato. I divieti generalizzati su simboli ed espressioni nel contesto palestinese non aiutano a chiarire la questione. Invece, lo spazio per il necessario restringimento del dibattito diventa sempre più piccolo. Ciò significa che le proteste sono sempre più criminalizzate. Amnesty sottolinea che la tutela della libertà di espressione è essenziale per tutti e che le autorità statali devono consentire ai cittadini di discutere e protestare in un ambiente protetto.
In una società che si destreggia tra una moltitudine di prospettive ed emozioni, è importante cercare il dialogo. Indipendentemente dalla posizione politica, dovremmo lavorare tutti insieme per una cultura del dibattito aperto. Perché in definitiva siamo tutti parte di questa discussione sulla giustizia, l’umanità e la tutela dei diritti di tutte le persone.