Campo filo-palestinese alla Cancelleria: muoversi per rumore e conflitto!
Il campo di protesta filo-palestinese a Berlino si sposta a causa dell'inquinamento acustico; si stanno discutendo nuove sedi.

Campo filo-palestinese alla Cancelleria: muoversi per rumore e conflitto!
Il campo di protesta filo-palestinese presso la Cancelleria di Berlino sta attualmente suscitando molta eccitazione. Forte rbb24 Il campo, che esiste da circa quattro settimane, dovrebbe essere spostato. L'Autorità dell'Assemblea di Berlino ha offerto due nuove sedi in sostituzione, ma nessuno sa quando avrà luogo il trasloco. All'origine della decisione vi sono i rumori molesti e i disagi alla Cancelleria federale denunciati dalla polizia. Per garantire uno smantellamento ordinato del campo, gli ingressi sono stati chiusi e non sono più ammessi nuovi visitatori.
La scorsa settimana alla Cancelleria si è verificato un incidente in cui due persone sono state arrestate per aver spruzzato vernice rosso sangue sulla facciata. Questa campagna colorata, avviata dal gruppo “New Generation”, che è legato a “Last Generation”, rappresentava il sostegno alla “Palestine Rising”.
Discussione sulla libertà di protesta
La questione della libertà di espressione è tornata ancora una volta al centro dell’attenzione. Amnesty International sottolinea nel suo rapporto che le restrizioni alle voci di solidarietà palestinese sono severe. Gli spazi discorsivi si restringono sempre più, e questo non si riflette solo nella situazione attuale a Berlino. In molti luoghi i simboli e le esclamazioni legati alla Palestina sono vietati, e perfino la bandiera palestinese non è ammessa nelle scuole. L’organizzazione chiede che il discorso governativo non criminalizzi in modo generalizzato la libertà di espressione, soprattutto quando si tratta di critiche legittime alle politiche governative israeliane e tedesche.
La situazione è tesa per la polizia. Il capo statale del sindacato di polizia, Stephan Weh, critica il campo definendolo un “habitat indicibile per l’antisemitismo”. Tuttavia, le autorità sottolineano che finora nelle proteste non è stata utilizzata alcuna coercizione diretta e che non si prevede alcuna violenza. In questo contesto, sorge la domanda su quale sia il quadro giuridico per tali proteste e come possa conciliarsi con la protezione del popolo ebraico dall’incitamento all’odio antisemita.
Tutela dei diritti umani
Una criminalizzazione generalizzata delle proteste potrebbe restringere ulteriormente il discorso sociale, avverte Amnesty International. È importante creare uno spazio per la discussione, il dolore, la frustrazione e il cambiamento necessario che si concentri sui diritti umani. La misantropia di gruppo, sia essa antisemitismo o razzismo anti-musulmano, non deve essere tollerata come opinione.
Le autorità di Berlino si trovano quindi di fronte alla sfida di garantire sia il diritto di protesta che la protezione contro la discriminazione per tutte le persone. La mossa del campo è solo il primo passo di un discorso molto più ampio che accompagnerà le tensioni sociali e politiche che circondano la questione.