Proteste contro la dittatura di Trump: la classe operaia si solleva in tutto il mondo!

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Il 21 giugno 2025, i lavoratori tedeschi mostrano solidarietà alle proteste statunitensi contro la dittatura militare di Trump e chiedono l’unità internazionale.

Am 21. Juni 2025 zeigen deutsche Arbeiter Solidarität mit US-Protesten gegen Trumps Militärdiktatur und fordern internationale Einigkeit.
Il 21 giugno 2025, i lavoratori tedeschi mostrano solidarietà alle proteste statunitensi contro la dittatura militare di Trump e chiedono l’unità internazionale.

Proteste contro la dittatura di Trump: la classe operaia si solleva in tutto il mondo!

Negli Stati Uniti la situazione ribolle: cresce sensibilmente la resistenza alle tendenze sempre più dittatoriali del presidente Donald Trump. Soprattutto a Los Angeles, dove sono attive forze militari della Guardia Nazionale e dei Marines, le ondate stanno aumentando a causa delle proteste contro i violenti raid delle autorità per l'immigrazione ICE. Il 14 giugno più di dieci milioni di persone sono scese in piazza, unite sotto lo slogan “No Kings!”, per manifestare contro le deportazioni di milioni di migranti. L'atmosfera è calda e molti chiedono la fine della presenza militare e delle misure repressive.

Lo stesso Trump ha ulteriormente infiammato la situazione minacciando un intervento militare nel conflitto tra Israele e Iran. Tutto ciò avviene nel contesto di una ristrutturazione sistematica del governo americano, strettamente legata alle ambizioni del suo consigliere Elon Musk e della neonata istituzione DOGE (Dipartimento per l’efficienza governativa). Ciò ottenne un ampio accesso ai ministeri e alle autorità senza creare una base legale per ciò, che storici come Manfred Berg vedono come un “colpo di stato amministrativo”. Ciò potrebbe portare ad una grave crisi costituzionale poiché è a rischio la separazione dei poteri.

La resistenza si sta organizzando

Mentre alcuni osservatori statunitensi vedono le proteste come segni di un’unità della classe operaia tanto necessaria, anche i sostenitori internazionali stanno facendo sentire la propria voce. Ad esempio, l'autista di autobus di Berlino, P. Nihat, ha dichiarato la sua solidarietà ai manifestanti americani. Ha criticato il trattamento riservato agli immigrati e ha sottolineato l'urgenza di lottare contro la guerra e l'oppressione. Anche le voci provenienti dalla Norvegia mostrano che la lotta contro lo stile di governo di Trump non è solo un problema locale. Kim, un metalmeccanico, ha descritto la resistenza a Trump come una lotta rivoluzionaria globale.

Tra i manifestanti ci sono anche aspri critici della disuguaglianza americana. Max, un infermiere bavarese, vede le attuali proteste a Los Angeles come parte di un problema globale profondamente radicato. Chiede un movimento unito della classe operaia internazionale per combattere le ingiustizie sociali e difendere i diritti dei lavoratori.

Rischi di riforma del governo

L'iniziativa DOGE di Trump mira a ridurre drasticamente la spesa pubblica, che in pratica ha già portato a massicci licenziamenti nel settore pubblico. Mancano dati ufficiali, ma è chiaro che queste riforme sono viste come un tentativo di costruire un apparato più leale. Cresce la sfiducia nei confronti del governo e ciò che molti definiscono una leadership cleptocratica desta preoccupazione. Sebbene il Congresso abbia una risicata maggioranza repubblicana, manca una resistenza attiva alle misure di Trump.

Tuttavia, stanno emergendo resistenze: numerose cause legali sono state intentate contro le istruzioni del DOGE, e anche le comunità religiose chiedono proteste contro le nuove linee guida sull'immigrazione. La divisione sociale è profonda e cresce l’insoddisfazione per le politiche di Trump, soprattutto tra le classi più povere. Sebbene i venti contrari siano forti, resta la questione se e come questa resistenza possa organizzarsi strategicamente per contrastare le forze trasformatrici che intervengono nel sistema americano.

Cosa succederà dopo? Le prossime settimane saranno cruciali per vedere se la resistenza alle crescenti correnti dittatoriali negli Stati Uniti acquisirà slancio e se la pressione internazionale potrà aiutare a colmare il divario tra i manifestanti rumorosi e l’élite politica scioccata. Il tempo stringe.

Mentre il movimento di protesta prende forma, restano interrogativi anche sulla legittimità del DOGE e sulle riforme ordinate da Trump, considerate giuridicamente discutibili. Lo sviluppo viene seguito da vicino in tutto il paese e a livello internazionale. Stiamo monitorando attentamente la situazione.

Per informazioni dettagliate e analisi dell’attualità vi consigliamo i seguenti link: WSWS, notizie quotidiane, Deutschlandfunk.